Le scorse settimane abbiamo parlato degli aumenti di luce e gas che ci sarebbero stati dal primo ottobre. Purtroppo, secondo una stima fatta dalla Arera – Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico -, i rincari peseranno parecchio nelle tasche di famiglie e imprese.
Quanti soldi spenderemo in più
Per un nucleo familiare si traduce in 155 euro di spesa in più all’anno per la luce e di circa 170 per il gas.
Un interessante approfondimento della redazione economica del Corriere della Sera, a cura della giornalista Diana Cavalcoli, spiega le ragioni di questi aumenti.
Le 5 principali cause degli aumenti
Ecco le 5 principali cause dell’energy crunch di cui si discute anche a Bruxelles.
- La crisi delle bollette è una crisi delle forniture di gas naturale. In Italia si usa in modo prevalente per generare energia elettrica. Il problema è chiaramente il prezzo poiché, mentre l’anno scorso il gas costava 15-20 € a megawattora, quest’anno si è posizionato a ben sei volte tanto.
- Sui rincari pesa anche la ripresa economica: infatti c’è stata una ondata importante di domanda di gas per le famiglie e le industrie nel periodo post lockdown, a cui si è aggiunto il cosiddetto “fattore Dragone”, la Cina, con i suoi abitanti abbondantemente sopra a 1,4 miliardi. Questo Paese, negli ultimi 3 anni, ha collegato la rete del gas a circa 15 milioni di case, un dato rilevante se pensiamo che è quasi lo stesso numero del mercato francese. Ciò ha portato ad una richiesta maggiore di gas nell’Est del mondo.
- Effetto meteo. L’inverno 2021 è stato eccezionalmente rigido in Asia, mentre l’Europa ha avuto una primavera gelida: due elementi che hanno fatto esplodere la domanda di riscaldamento a gas. A questo si sono aggiunte le gelate in Texas che hanno ostacolato la produzione e l’esportazione di gas naturale liquefatto verso l’Asia e in altre regioni. Poi è arrivata una estate bollente in Cina, Europa e Stati Uniti e, anche in questo caso, abbiamo utilizzato moltissimo i condizionatori, aumentando i consumi di elettricità a livello globale e riducendo fortemente gli stoccaggi dove, soprattutto nel nostro continente, sono al 60-70%, dato molto sotto la media storica.
- Consideriamo poi il flop delle fonti rinnovabili. La produzione di energia eolica in Europa, quest’anno, è stata al di sotto della media poiché per lunghi periodi è mancato il vento: la domanda di gas è salita alle stelle anche per compensare la ridotta produzione di energia verde.
- Infine la questione geopolitica: la Russia ha in mano il gas che serve all’Europa ma, nonostante l’aumento dei prezzi l’azienda statale russa del gas Gazprom non ha garantito all’Unione Europea forniture extra rispetto a quelle previste. Secondo la redazione del Corriere della Sera si può ipotizzare che Mosca voglia così fare pressioni per ottenere l’approvazione dall’Unione Europea del Nord Stream 2, il discusso gasdotto che passa sotto il Mar Baltico e raggiunge direttamente la Germania. Se approvato, la Russia potrebbe fornire il 10% in più di gas.
La proposta
Interessante sicuramente la proposta avanzata dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, ovvero creare degli stock comuni di gas in Europa e, al tempo stesso, accelerare sul fronte delle rinnovabili per non dipendere più dal costosissimo gas.
A fronte di questa situazione, la cui soluzione non è affatto banale, la cosa concreta restano gli aumenti dei costi.
Il risparmio
Come sosteniamo da tempo, data la quantità di costi fissi che pesano ugualmente nelle bollette di tutti i fornitori italiani, il risparmio si traduce nel miglior servizio. Un punto fisico come il nostro GoldEnergy Point, dove ci mettiamo la faccia, ascoltiamo senza call center e centralini e offriamo soluzioni vere.